La Corte di Cassazione ha stabilito con la sentenza 17183 che, finiti gli studi (siano quelli dell’obbligo o la laurea specialistica), un figlio ha il dovere di rendersi autonomo dai propri genitori e cercarsi un’occupazione in grado di mantenerlo, dice la Cassazione “un figlio non può pretendere che a qualsiasi lavoro si adatti soltanto, in vece sua, il genitore».
Addio bamboccioni per sentenza, come ha perfettamente spiegato Lilli Gruber il concetto di famiglia in Italia «è rimasto immutato per secoli» al contrario di ciò che avviene nei Paesi del Nord Europa.
Ma il mondo è cambiato e anche l’Italia. Il mercato del lavoro chiede una capacità di spostamento, iniziativa e autonomia che la civiltà contadina non prevedeva.
Le statistiche del 2018 ci dicono che l’Italia è tra le quattro nazioni della UE con il più alto tasso di giovani adulti (tra i 18 e i 34 anni) che vivono ancora con i genitori. Sono, cioè, circa il 50%, mentre la media europea è al 28% e sono più i maschi (56%) delle femmine a rimanere attaccati alla gonna di mamma.
Nessuno nasconde il fatto che per i giovani di oggi uscire di casa è molto più difficile di un tempo: tra contratti precari e stipendi al limite della sussistenza, il sogno di una casa di proprietà, così raggiungibile per i loro genitori, ora è diventato per molti una chimera.
La Corte di Cassazione ci ricorda che l’Italia ha bisogno di una rivoluzione anche all’interno delle mura domestiche passando da un’ottica di assistenzialismo a quella di una diffusa autoresponsabilità.
Il Tribunale ha così respinto il ricorso di una donna che contestava la decisione della Corte d’Appello di revocare l’assegnazione della casa coniugale e l’assegno che l’ex marito aveva versato per anni al figlio, un ragazzo di circa 30 anni di professione insegnante di musica (precario) e che guadagnava circa 20 mila euro all’anno come supplente. Secondo i giudici, spettava al ragazzo «ridurre le proprie ambizioni adolescenziali»
Il diritto del genitore di farsi ridare i soldi : secondo la Cassazione la maggiore età si associa alla capacità di adattarsi a svolgere un lavoro che renda autonomi. E se i tempi si allungano con la laurea, magari andando un po’ fuori corso, il tribunale ha voluto esplicitamente menzionare il divieto di “abuso di diritto”: insomma i figli non possono approfittarne, magari in pure «mala fede». Già in un’altra sentenza, la numero 3659 del febbraio scorso, la Cassazione aveva chiarito: un genitore che abbia versato all’ex coniuge l’assegno di mantenimento per i figli, dopo che questi hanno conseguito l’autosufficienza economica, ha diritto alla restituzione di quanto pagato.